Pubblicità
Francesco Capasso classe ’79 – Napoli

Mi chiamo Francesco Capasso, sono di origini campane, della provincia di Napoli e sono nato in una famiglia semplice e umile, come tante, terzo di quattro fratelli, con mamma casalinga e papà libero professionista. Da piccolo ero un ragazzo ribelle, molto creativo e fantasioso, non amavo studiare e, come tutti i bambini vivaci, infrangevo spesso le regole.
Mi sono accorto molto presto di avere una certa vocazione per la cucina perché gli unici momenti in cui restavo fermo erano quando mia mamma cucinava. Sia che preparasse una pietanza, sia che preparasse un dolce, rimanevo incantato ad osservarla. Quei momenti erano pieni di magia per entrambi. La magia proseguiva a tavola: quando eravamo tutti riuniti si respirava tranquillità, felicità, armonia e serenità. In quei momenti mi sentivo in pace, protetto dall’affetto dei miei cari.

Sin dall’infanzia ho capito che era quella la mia vocazione, quella passione che mi ha pervaso il cuore è diventata parte essenziale di me. Ho iniziato all’età di 10 anni a seguire passo passo tutte le ricette di mia mamma e di mia nonna, prendendo parte attiva in alcune preparazioni. In quei momenti ero tranquillo, sereno e gioioso, contento di trovarmi in un mondo tutto mio. Ricordo ancora quando uscivo con gli amici mi incantavo davanti alle vetrine delle pasticcerie. A casa sperimentavo le mie prime creme, i miei primi pandispagna, i miei primi spaghetti e mi allenavo nel taglio delle verdure.

All’età di 18 anni ho iniziato a lavorare con mio padre come sub agente assicurativo ma non perdevo mai l’occasione di fare qualche serata nei locali di zona sia come cameriere che come aiuto in cucina o lavapiatti.
È così che mi sono reso conto che mi dava più soddisfazione lavorare duramente in cucina che lavorare dietro a una scrivania.
Cercavo sempre di carpire i segreti degli Chef, trascrivendo ogni singolo passo, mi documentano, cercavo di capire il perché di di ogni passaggio ed ero sempre alla ricerca di nuovi abbinamenti e combinazioni che sperimentavo.
Dopo aver fatto numerose esperienze nei ristoranti, senza mai tirarmi indietro, ho deciso di lasciare il mio lavoro e intraprendere la carriera da cuoco.
Volevo fare un percorso che mi formasse, anche caratterialmente, e l’occasione si è presentata quando mi sono imbarcato come aiuto cuoco.
Le prime settimane le ricordo “tragiche”:
lasciare la vita libera a cui ero abituato, trovarmi su una nave mercantile trascorrendo molto più tempo in mare che a casa, spesso mi ha fatto venire voglia di abbandonare tutto.
Non l’ho fatto perché il sogno di diventare cuoco ha vinto.
È stato così che, con tanta pazienza e tanti sacrifici, dopo un anno sono diventato cuoco. L’anno successivo sono diventato il responsabile della cucina di bordo.
Mi sentivo molto contento e fiero di me quando vedevo che i commensali erano soddisfatti. Da quel momento si sono succeduti riconoscimenti e soddisfazioni.
Sono uno degli chef che ha partecipato al progetto della rimozione della nave Concordia dall’Isola del Giglio.
Un evento come quello non si era mai verificato nella storia.
Quando sono stato citato in un articolo sui giornali, in preda a forti emozioni e fra le lacrime di gioia, ho pensato che se avessi abbandonato alla prima difficoltà non sarei arrivato a quel traguardo (mai mollare).

Dopo tre anni e mezzo ho deciso che era il momento di cambiare, di fare un salto di qualità, volevo esprimere quello che avevo dentro. Dopo aver frequentato corsi di specializzazione per professionisti chef, sono stato assunto come Chef presso un villaggio dell’Argentario, in provincia di Grosseto. Là ho iniziato ad esprimere tutto il mio amore e tutta la mia passione per la cucina, felice di aver raggiunto un traguardo inaspettato. Dopo quell’esperienza, che è servita anche a farmi conoscere, sono stato assunto, come Chef responsabile di cucina e coordinatore, presso un villaggio turistico, uno dei più importanti della zona. Ero consapevole che questa esperienza sarebbe stata dura ed impegnativa ma anche molto importante per la mia crescita professionale e personale: era quello che volevo. Ho conosciuto molte persone, molti appartenenti al mondo dello spettacolo ed ho avuto grandi soddisfazioni: primo villaggio della provincia di Grosseto e fra primi cinque d’Italia come rendimento. Ma io avevo ancora tanto da dare, tanto da dire, comunicando attraverso i miei piatti. In seguito sono stato assunto come Chef in un club privato, gestito da personaggi del mondo dello spettacolo. È stato là che ho iniziato a creare i miei primi piatti rivisitati tra tradizione e innovazione. In seguito ho coronato un sogno che avevo da tempo: diventare Executive Chef di un ristorante in cui avevo lavorato anni prima ed in cui, per un periodo, fra i collaboratori, c’era stato il grande Pino Daniele. È stato così che ho potuto proporre i miei piatti in modalità Gourmet, sperimentando tecniche innovative.

Il mio lavoro e la mia passione sono stati premiati. Ho avuto tanti riconoscimenti, apprezzamenti e consensi; il mio nome ha iniziato a girare in tutto l’hinterland grossetano. Conclusa quell’esperienza, che mi ha dato grandi soddisfazioni, ho deciso di dedicarmi alla realizzazione di alcuni progetti e, perché no, dei miei sogni. Attualmente mi occupo di consulenze, organizzazione di eventi, anche come personal chef. Il mio motto è: “in tutto ciò che fai mettici il cuore e la passione”. Amo e rispetto la natura, amo le cose semplici, adoro il mare e la campagna. Quando mi rifugio tra le braccia della natura mi ricarico e traggo ispirazione. Cucinare è la mia passione, è la mia arte perché tutto ciò che si fa col cuore , se si mette passione in ciò che si fa, ciò che si comunica si trasforma in arte. I miei piatti hanno tutti una base tradizionale, quella tradizione che riporta al passato. Quei sapori, quei profumi che hanno lasciato in ognuno di noi un ricordo indelebile. La mia cucina è in equilibrio tra innovazione e tradizione. Ai miei collaboratori dico sempre “siate umili, l’umiltà non è chinare la testa ed accettare le offese o sentirsi inferiori, l’umiltà è essere sè stessi, non dare giudizi affrettati, aiutare chi è in difficoltà essere leali corretti, semplici, ma soprattutto onesti.” La cucina per me è tutto: è puro amore, è l’aria che respiro. Non dimentico mai che la semplicità è un lusso e che se hai un sogno, e se ci credi con tutto te stesso, il sogno si avvera.

Pubblicità
Seguimi

Visitato 1.990 volte, 1 visite oggi